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alessandra giura longo

il seme magico

estratto da Il seme magico


racconto per bambini


... Ad un certo punto inciampò in qualcosa: per terra c’era un grosso seme, grosso

come Fiorenzo non aveva mai visto. Era uno strano seme giallo, anzi marrone, no

rosso…insomma, color seme! Ed era tondo, anzi cubico, cioè piatto…insomma, a

forma di seme! Una cosa era certa: era molto, molto grande. Fiorenzo non lo sapeva e

forse non lo saprà mai, ma quel seme l’aveva lasciato il pifferaio magico quando si

era reso conto di essere stato coinvolto in un azione malvagia e disonesta. Così, un

po’ per lavarsi la coscienza, un po’ perché a lui Fiorenzo stava simpatico, mentre

suonava aveva fatto cadere di nascosto quel seme per terra.

Manco a dirlo, era un seme magico, di quelli che si trovano solo nel paese dei pifferai

magici. Fiorenzo lo raccolse, lo guardò incuriosito, poi scavò una buca e lo piantò,

visto che ormai era l’unico vegetale che gli restava.

Incominciò presto ad affezionarsi a quel seme e lo innaffiava tutti i giorni con molto

amore.

Dopo qualche giorno la terra formò un mucchietto e dopo qualche giorno ancora dal

mucchietto spuntò una piccola pianticella. Fiorenzo era emozionato e curioso al

tempo stesso. Non vedeva l’ora di vedere crescere la pianticella per scoprire che ne

sarebbe venuto fuori.

Da quando era spuntato il germoglio nel frutteto succedevano strane cose: a tratti si

sentiva una musica lontana, dolce e deliziosa. Fiorenzo non riusciva a individuarne la

provenienza e appena ci si concentrava sopra, la musica spariva. Era una musica

piccola piccola, che si insinuava nella mente occupata da altri pensieri: appena gli

altri pensieri sparivano, spariva anche lei e non si capiva mai se era vera o se

apparteneva ad un sogno o ad un ricordo. Insomma era una specie di discreto

sottofondo nella mente di Fiorenzo, ma inafferabile e imprevedibile...

Così passarono le giornate finché in un bel giorno di primavera, Fiorenzo notò delle

gemme sui rametti già robusti della pianticella. Si mise ad osservare attentamente e

sotto i suoi occhi stupiti, lentamente, le gemme si schiusero e fecero capolino due

foglioline luccicanti e sottilissime mentre nell’aria si diffondeva la solita musichina.

Solo allora Fiorenzo capì che proveniva dalla piantina: il seme magico aveva

generato una pianta musicale!

Al colmo dell’ eccitazione Fiorenzo, che non aveva mai più cantato da quando i suoi

alberi erano spariti, incominciò a cantare a squarciagola. E il suo canto fu meglio di

qualsiasi concime per la pinaticella che cominciò a crescere a vista d’occhio. Le

foglie si moltiplicarono e continuavano a tintinnare melodiosamente; il tronco

diventò forte e robusto; dopo un po’ spuntarono perfino dei frutti che suonavano a

ritmo di samba. Fra i suoni dell’ albero e il canto di Fiorenzo c’era una perfetta

armonia e la musica iniziò a diffondersi fino a raggiungere le foglie degli alberi di

Fiorenzo che erano finiti in mezzo a quelli di Sfruttato. E più Fiorenzo cantava, più

l’albero suonava, più gli altri alberi si agitavano. Piano piano la danza incominciò e

tutti gli alberi, compresi quelli di Sfruttato, presero a muoversi verso il frutteto di

Fiorenzo, sfilando davanti al cattivone stupefatto ed incapace di fermarli .....